quando ero in campagna con la mamma e il sabato sera arrivava il papa’
quando al ritorno da Belforte, dal turchino si percorreva con l’auto tutto il lungomare da Voltri a Sampierdarena
quando finiva la scuola e la sera di san giovanni si faceva il falo’ sul monte e da quella sera poi si stava sempre fuori sino a settembre
quando la mamma non mi mandava a scuola, si andava invece in centro e in vico casana mangiavamo il Krapfen con la panna e in canneto il curto compravamo i funghi sottolio e le olive con il peperone dentro
quando andavo al cinema con i miei e il papa’ rideva talmente forte che si girava tutto il cinema
quando andavo in montagna coi miei e mi compravano oltre al Corriere dei Piccoli anche L’almanacco di Topolino e gli albi della rosa
quando andavamo in campeggio in Alto Adige e in Svizzera, con Francesco e i suoi, tutti sull’Austin Morris e cantavamo “la postina della valgardenaaaaaaaa”
quando sentivo arrivare il cinquantino giallo di Michele che pareva una caffettiera col caffe’ che saliva e correvo alla finestra della mia camera per vederlo arrivare
quando chiamavo “mamma…merenda…” e lei mi tirava il panino con la fettina al burro dalla finestra fasciato nella carta straccia e tenuto dall’elastico
quando il papa’ tostava il caffe’ e il profumo invadeva tutta la casa
quando facevo il bagno ascoltando la commedia alla radio o quando alla domenica a pranzo si ascoltava il gambero
quando alla domenica mattina mi svegliavo con Gran Varieta’ e c’erano Rina Morelli e Paolo Stoppa che recitavano “Eleuterio e Sempretua”
Mi piaceva meno quando mi buttavo giu’ dai giochi a gambe unite e mi massacravo un ginocchio, o me lo riempivo di spine inseguendo Francesco attraverso i rovi, o non riuscendo piu’ a scendere dalla scala mobile, mio padre mi ripigliava al volo, tenendomi con una mano mentre con l’altra mi ammollava un mataflone sulla testa sibilando “…cretina!”, o quando Francesco mi mandava a prendere la carta igienica dall’altra parte del campeggio perche’ durante i nostri giri era andato a fare la cacca nei bagni lontani dalla tenda e aveva avuto l’amara sorpresa.
Cavolo, hai già scritto tre post in poco tempo. Bello questo tuo scritto. Mi hanno colpito Voglio Annaaaaaa, il Corriere dei Piccoli e l’almanacco di Topolino. Mi è rimasta impressa una canzone che ascoltavo alla radio da ragazzo cantata da Johnny Dorelli e Catherine Spaak, faceva “Una serata insieme a te, non perdiamo l’occasione di riprendere il discorso tra noi due”. una cosa così.
Una domenica così,
non la potrò dimenticar
ed io non so cosa darei
per farla sempre ritornar
io ricordo questa ma non credo sia la stessa…
indaghero’
trovata!
UNA SERATA INSIEME A TE
(J.Dorelli)
che ora e’
tra poco arrivi tu
e’ passato tempo da che noi
non ci si vede piu’.
chissa’ cos’e’
che mi ricorda te,
voglia di scoprire che fra noi
non finisce mai.
una serata insieme a te
non perdiamo l’occasione
per riprendere il discorso di noi due.
una serata insieme a te
nella giusta dinmensione
senza ricordare solo il nostro addio.
ti rivedro’,
tu mi saluterai
sara’ triste se mi dirai ciao
e non mi abbraccrai.
forse mi dirai
che un anno senza te
non si vede sul mio viso ma
io lo sento in me,
una serata insieme a te
non perdiamo l’occasione
per riprendere il discorso di noi due.
una serata insieme a te
nella giusta dimensione
senza ricordare solo il nostro addio.
una serata insieme a te
non perdiamo l’occasione
per riprendere il discorso di noi due,
una serata inseme a te
nella giusta dimensione
io, pero’, non me la ricordo
ziuccia quante cose in comune che abbiamo…
Sì, è proprio quella. E’ incredibile che dopo tanti anni io ricordassi i versi senza errori (erano comunque solo tre).
Ma il testo l’avete trovato sui rotoli del Mar Morto?
no, alle porte del sole… ai confini del mare…
quante volte col pensiero sono stata insieme a te
posso aggiungere che mi sono commossa un pochino?
vuole un fazzolettino?
quando in campeggio al mare c’era un giorno che pioveva e si stava in roulotte ad aspettare che spiovesse …
queste cose, non cambiano mai.
l’attesa, il non voler attendere, l’impazienza.
ah…la spensieratezza.
jS
si, molto gentile, grazie. anche due se ne ha.
ZiaS anche io ho le cose in comune con lei anche se son più sbarbina…
la 127…e la cacca nel campeggio che non era bello quando c’era la sorpresa…
e poi ho un vago ricordo della postina della valgardena, mi ricordo che finiva con una cosa tipo uno a me, uno a te, gli altri mille vanno al re!
le fotine non le ha?
qualcuna capitana, dei campeggi a Cortina, ma come dire, sono immagini talmente impresse nella memoria, e’ come se vedessi me da fuori, sono sensazioni, odori… non non ce l’ho… direi di no… che significherebbero solo per me e non per gli altri, sarebbero immagini sbiadite e basta.
le parole, forse se usate bene, quelle si’ sarebbero molto piu’ forti.
Moi, ne vuole un pacchetto? ce lho eh…
JameS, si’ l’attesa, di crescere
e poi?
e poi finiva di piovere e tutti ricominciavano in uno scenario umido ma di festa.
come se la pioggia avesse pulito la tensione.
e poi ancora
jS
il rumore della pioggia sul guscio della roulotte è anche uno dei miei ricordi più belli
ma se questi sono chicchi noi siamo galline:-?
Tutto sommato, erano molte di più le cose che le piacevano.
meno bello sulla tenda e per 15 giorni ininterrotti, costretti a giocare a tappo nel bar del campeggio a Cortina
a me il campeggio faceva un poco cacare.
il resto però è bello.
beh … battisti pure faceva un poco cacare.
se non ci fosse stato il campeggio non ci saremmo potuti permettere le vacanze e poi a me da bambina e anche da ragazza per la verita’ mi piaceva assai.
battisti, lei ha detto cacare battisti, a una che ci e’ cresciuta con quelle canzoni li’???????
(si lo so faceva cagare, ma ci piaceva)
a me battisti piaceva…e mi piace!
il campeggio invece mi piaceva e mi piace…son coerente.
anche noi costretti al campeggio … ossia … io costretta al campeggio, i miei si divertivano da matti.
per me campeggio significa creare degli inutili argini alle formiche che entrano ovunque.
ah … e l’ agguato dei ragni in bagno, quando sei più indifesa.
ricordi…ricordi…
mi piceva quando vevo 15-16anni e sari curiosa di sapere come andava e finire se…mi avessero lasciato in pace, cazzao sti ricordi..basta, è ora.
ancora ci vado in campeggio!
e ricordo i cannolicchi ripieni alla brace come se li avesse pescati ora
mannaggia a te
quanta malinconia che riusciamo a condividere benissimo con te..
I tempi cambiano, ma certe cose no. Ancora adesso quando piove mi trovate sotto la tettoia. Quando va bene e non ci son troppi bimbi spaccamaroni gioco ancora al biliardino, anche.
Adoro il campeggio, ma son sempre andata in tenda. E la pioggia era una iattura. Ma non sempre.
Per “rebecca” dovresti mettere la traduzione per chi non è della Superba.
Per il resto approvo anche se è stata la mia di vita , quando ero piccolo io “Se sei di Genova in vacanza ci sei già”
Mauri53, non è ligure:
rebecca: deonomastico cinematografico
Sí, dev’essere cosí, già che si trova definizione in tal senso nel ‘Diccionario de la Lengua Española’, ‘vigésima segunda edición’, pubblicato dalla ‘Real Academia Española’ nel 2001, dove –’sub uoce’: ‘rebeca’– si legge: “(Del n. p. Rebeca, título de un filme de A. Hitchcock, basado en una novela de D. du Maurier, cuya actriz principal usaba prendas de este tipo). 1. f. Chaqueta femenina de punto, sin cuello, abrochada por delante, y cuyo primer botón está, por lo general, a la altura de la garganta.”; la traduzione della quale può suonare: “(Dal nome proprio [= n‹ombre›. p‹ropio›.] Rebecca, titolo di un film di A. Hitchcock, incentrato su un romanzo di D. du Maurier, la cui attrice principale vestiva indumenti di questo tipo). 1. sost. femm. Giacchina a maglia da donna, senza collo, allacciata sul davanti, il cui primo bottone sta, in genere, all’altezza della gola.”
ma si usava molto almeno per il passato, in altre zone d’Italia non lo mai sentito
no no, usava.
Hai letto la spiegazione?
Adesso non usa più la rebecca.
solo io le porto, e secondo me Francesca .
Certo che ho letto la spiegazione …curioso che tu l’abbia trovato su un dizionario spagnolo
non era un vocabolario spagnolo ma l’accademia della crusca che riporta quella definizione in spagnolo definito deonomastico cinematografico, ma lo avevo già trovato da altre pari che oggi non trovo.
Io non lo ho trovato a parte la definizione come nome ma ti assicuro che la mia nonna la chiamava rebecca quella maglietta abbottonata fino alla gola e senza colletto
Mauri, lo so.
Tutti chiamavano quella giacchina Rebecca.
Ma è nata dal film che è del 1940.
Mauri, tu la ricordi prima del 1940 che la chiamava così?